Roma. Al Teatro Altrove rivivono Eleonora Duse e Sarah Bernhardt. In scena i molteplici significati dell'essere donna

di Giulia Di Trinca 27/11/2021 ARTE E SPETTACOLO
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Sul palcoscenico del teatro Altrove fino a domenica 28 novembre s’incontreranno le due epiche attrici di primo Novecento, Eleonora Duse e Sarah Bernhardt.

Interpretate da Caterina Gramaglia e Selene Gandini, racconteranno attraverso un intreccio di conversazioni, le loro vite, gli amori, la rivalità che le accomunava e i traguardi, come l’interpretazione del ruolo di Margherita Gautier, la sfortunata protagonista del romanzo “La signora delle camelie”, di Alexandre Dumas figlio.

Entrambe le attrici indosseranno una camelia segno attraverso il quale, travalicando il tempo e lo spazio, suggelleranno il legame con le loro muse e parallelamente con Margherita Gautier e la donna che ispirò a Dumas figlio, il suo personaggio.

Il romanzo del 1848, scritto in un solo mese, è la trasposizione della storia d’amore dell’autore con Marie Duplessis, al secolo Alphonsine Plessis, la cortigiana più famosa della Parigi di Luigi Filippo, che ebbe una vita analoga alla protagonista del romanzo, morta anche lei giovanissima, di tisi.

In maniera simile alla Gautier anche Alphonsine usava le camelie come un segnale, a corte infatti, la chiamavano la signora delle camelie poiché la sera, era solita appuntare una camelia bianca o rossa a seconda della sua disponibilità o indisponibilità. Va anche detto che la scelta del fiore non fu casuale, antiche credenze, lo consideravano il simbolo della vita spezzata, perché a differenza degli altri fiori, appassendo non perde i petali ma si stacca interamente dallo stelo.

Le due straordinarie interpreti del secolo scorso entrano in scena alla trasposizione del romanzo in versione teatrale, presentato per la prima volta a Parigi nel 1852. Ad interpretare il ruolo principale per prima, fu la celebre Sarah Berhnardt, che lo replicò a Londra, lungamente a Broadway ed interpretò nel 1911, anche il film dal titolo omonimo.

In seguito, fu riproposto nei palcoscenici del mondo interpretato da attrici famose come Eleonora Duse, l’interprete che caratterizzò più di tutte il teatro moderno rompendo totalmente gli schemi di quello ottocentesco. Il suo metodo recitativo si basava sull'istinto, per lei recitare era un avvenimento naturale, spesso pura improvvisazione.

Vista la sostanziale assenza di una drammaturgia in Italia, prediligeva perlopiù le pièces bien faites francesi, il suo repertorio era moderno e di forte richiamo, dal verismo della Cavalleria rusticanadi Giovanni Verga, ai drammi di Victorien Sardou e Alexandre Dumas figlio, testi presenti anche nel programma della grande attrice francese Sarah Berhnardt.

Fra le due interpreti nacque presto una rivalità che divise i critici teatrali e si consumò anche fuori dal palcoscenico, entrambe ebbero un intenso rapporto con Gabriele D’Annunzio.

Prima ancora di avviare il sodalizio con Eleonora Duse, l'intesa con la Bernhardt rappresentò per il poeta la prova inaugurale della sua lunga carriera sulle scene. Con la Duse ebbe invece, un sodalizio professionale e amoroso che durò tutta la vita, durante la quale si alternarono periodi di avvicinamenti e rotture.

Le due attrici morirono, a distanza di un anno l’una dall’altra, da grandi protagoniste della loro epoca, collocata tra due secoli e segnata da profondi cambiamenti e rivoluzioni.

Il testo di Selene Gandini tenta di avvicinare sul palcoscenico i mondi di queste due donne che calcandolo si sono affermate come dive di fama mondiale e promotrici del cambiamento, della critica al vecchio mondo ottocentesco.

La vita di Margherita Gautier/ Alphonsine Plessis, rappresentante di quello che Dumas figlio definiva il “demi- monde”, l’ambiente sociale parigino che non è né borghesia né vero «gran mondo», diviene per Duse e Bernhardt il soggetto perfetto attraverso il quale rappresentare la modernità, la crisi dei valori borghesi, un nuovo modo d’intendere l’amore e la passione.

Le quattro donne lanciano dal passato la loro camelia a Caterina Gramaglia e Selene Gandini che come fossero una madeleine proustiana, rievocano il loro tempo e le loro vite, indagando i molteplici significati dell’essere attrice, amante, donna, protagonista di un’epoca ormai lontana, eppure così vicina a quella attuale.   


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